Per proteggere il neonato durante i primi mesi di vita è importante la somministrazione del vaccino per la pertosse in gravidanza.
Quando è il momento giusto per fare il vaccino per la pertosse e quali sono i consigli giusti per non avere problemi dopo la somministrazione? Chiariamo alcuni punti molto importanti.
La pertosse è un’infezione che causa tosse persistente. In Italia esiste un vaccino obbligatorio da circa 30 anni contro la pertosse associato alla difterite e al tetano (vaccino dTpa) ma non garantisce un’immunità permanente. Significa che occorre procedere con richiami nel tempo per non perderne l’efficacia. Spesso la donna in gravidanza deve procedere con la somministrazione per tutelare il proprio benessere e quello del bimbo che sta per nascere.
Il vaccino, infatti, proteggerà il neonato dalla malattia durante i suoi primi mesi di vita tramite gli anticorpo prodotti dalla mamma. Qualora si prendesse la pertosse in gravidanza, poi, si potrebbero rischiare complicanze come sovrainfezioni batteriche scatenanti otiti, broncopolmoniti, complicanze neurologiche come convulsioni ed encefalite. Ecco perché è fondamentale procedere con il vaccino durante la gravidanza.
Tempi ed effetti collaterali del vaccino per la pertosse in gravidanza
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale consiglia di somministrare il vaccino dTpa alle donne in gravidanza durante il terzo trimestre ossia tra la 27esima e la 32esima settimana di gestazione. In questo modo si svilupperanno anticorpi che verranno trasmessi al feto in utero durante le ultime settimane prima della nascita e successivamente con il latte materno.
Pur avendo già contratto la malattia precedentemente, il consiglio per le donne in gravidanza è di procedere ugualmente con il vaccino perché l’immunità si riduce nel tempo. Il ginecologo saprà dare le giuste indicazioni. Per quanto riguarda la sicurezza della somministrazione possiamo dire che il vaccino è sicuro per le gestanti e che gli effetti collaterali sono lievi e temporanei, del tutto simili a quelli di altre iniezioni ossia gonfiore, rossore, indolenzimento del braccio.
Il medico, poi, valuterà la storia vaccinale e allergica prima di procedere con la somministrazione per escludere i rischi di una reazione più grave. Non ci sono rischi per il feto, di certo è molto più pericoloso contrarre la pertosse durante la gravidanza o che il bambino contragga la malattia durante i primi mesi di vita. La prima dose di vaccino nel neonato viene somministrata, infatti, solo al terzo mese di vita. Ne segue una seconda dose al quinto mese e una terza al compimento di un anno. Poi ci sono i richiami a 6 e 14 anni.