Tuo figlio fa la pipì a letto? Niente panico, si tratta di un problema comune che può essere risolto grazie ai consigli degli esperti.
La transizione da pannolino a vasino è una delle fasi più delicate dell’infanzia. I bambini non nascono con la capacità di trattenere le proprie funzioni corporali e devono imparare a contenerle durante la fase della crescita attraverso l’insegnamento costante e amorevole dei genitori.
Non c’è un tempo fisso da rispettare, ogni bambino ha bisogno dei suoi tempi per imparare a capire quando arriva lo stimolo e soprattutto per imparare a trattenerlo. I pediatri consigliano di cominciare l’adattamento al vasino a partire dai 18 mesi e la maggior parte dei bambini riesce ad effettuare il passaggio entro i 24.
Non di rado i bambini possono impiegare qualche mese in più per riuscire a controllare perfettamente la vescica ed è assolutamente normale che, anche dopo aver imparato a farlo, possa capitare che facciano la pipì a letto durante la notte. Questo fenomeno si chiama enuresi notturna e nel 90% dei casi si risolve entro i 5 anni di età del piccolo.
C’è un 10% di casi in cui il fenomeno continua superati i 5 anni e un 5% dei casi in cui si può protrarre in maniera occasionale fino ai 7-8 anni. In generale non c’è bisogno di preoccuparsi, ma di comprendere il perché si verifica questo fenomeno e come poter fare ad accompagnare il piccolo in questa fase senza creargli un trauma.
Il bambino fa la pipì a letto: perché succede e cosa fare
Chiarito che fino ai 5 anni si tratta di un fenomeno che può riguardare tutti i bambini, bisogna fare un distinguo dei casi quando viene superata quella soglia anagrafica: qualora il piccolo non raggiunge mai la continenza nei sei mesi successivi al compimento dei 5 anni si parla enuresi primaria, se l’ha raggiunta e torna a bagnare il letto si parla invece di quella secondaria.
Il fenomeno coinvolge principalmente i bambini di sesso maschile, poiché nella maggior parte dei casi il disturbo è dovuto ad uno sviluppo non completo della vescica e dunque all’impossibilità di trattenere troppo a lungo la minzione. Altre cause possono essere l’ereditarietà, la scarsa produzione di vasopressina (ormone che di notte riduce la produzione di urina), il raggiungimento del sonno profondo che impedisce al piccolo di avvertire lo stimolo e cause psicologiche come stress e paura.
Solo in casi più rari e se accompagnato da fastidi di altro tipo (come ad esempio bruciore durante la minzione) il fenomeno può essere dovuto ad un’infezione della via urinaria, diabete o sindromi neurologiche complesse. Altri segnali d’allarme sono minzione frequente durante la notte superati i 7 anni, o un ritorno alla pipì a letto dopo 6 mesi o un anno dalla raggiunta continenza. Bisogna inoltre fare attenzione ai comportamenti del piccolo per notare se c’è qualcosa che lo disturba, stressa o terrorizza anche durante il giorno.
Chiaramente il problema non va ignorato ed è anche opportuno consultare un medico prima di agire. Il bambino non va sgridato o punito, bensì rassicurato e supportato. Va bene stabilire una routine per il bagno e limitare i liquidi prima di andare a letto, ma è sconsigliato limitarli in assoluto, il bambino deve bere il giusto quantitativo d’acqua durante il giorno.
Infine evitate di utilizzare il problema come una minaccia, al contrario utilizzate delle tecniche di rinforzo positivo magari tenendo traccia dei fenomeni e premiando il bambino quando riesce a trattenere la pipì durante il sonno.