Se ricordi i regoli delle elementari, scopri subito il motivo per cui questo antico metodo di apprendimento non è mai stato abbandonato
Se si pensa ai tempi delle elementari risalta subito nella mente il ricordo di una spensieratezza che sembra lontana nel tempo, ma che ancora conserviamo. Le ricreazioni, le merendine, i succhi di frutta, i grembiuli e l’assegno sui diari rappresentano un minuscolo portale su universi sconfinati. Frammenti inestinguibili di quella spensieratezza, dunque, che scegliamo di tenere distanti per non cedere alla nostalgia di un tempo che non è più. In questo modo, però, lasciamo che quei ricordi diventino facile preda del buio fino a sfocarsi del tutto. Forse, in questa sottile nebbia, tra quei frammenti perduti potrebbero figurare anche i regoli, quindi, per evitarne l’oblio, scopri subito la loro origine e perché ancora oggi rappresentano un metodo di apprendimento fondamentale.
Nonostante il digitale si stia insinuando sempre più nel mondo scolastico, alcuni presidi analogici continuano a resistere e si ha l’impressione che resisteranno ancora a lungo.
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Negli anni ’50, in Belgio, il maestro di scuola elementare Georges Cuisenaire ebbe un’idea semplice e al contempo geniale: un metodo di apprendimento basato su oggetti minuscoli e colorati. In pochissimi anni quest’innovazione straripò in tutto il resto d’Europa. La praticità che contraddistingue i regoli ha fatto sì che sostituissero il pallottoliere (o abaco) usato sin dai tempi più antichi per approcciarsi all’aritmetica. Nello specifico, con “regolo“ s’intende un bastoncino colorato a grandezza variabile che va da 1 a 10. Ancora oggi, i regoli presenti sul mercato restano inalterati e la scala di colori definita da Cuisenaire vale ancora oggi: bianco (1), rosso (2), verde chiaro (3), rosso carminio (4), giallo (5), verde scuro (6), nero (7), caffè (8), blu (9), arancione (10).
Le maestre si avvalgono dei i regoli, utilizzandoli assieme a filastrocche sui numeri, per tenere alta l’attenzione del bambino, tramutando l’apprendimento in un gioco divertente. Grazie a quei simpatici bastoncini i bambini imparano a sommare e sottrarre e si capisce facilmente perché tutt’oggi rappresentino un metodo efficace e intuitivo per spiegare l’aritmetica ai più piccoli.
Ma la specifica ragione per cui i regoli sono ancora protagonisti delle lezioni di matematica delle elementari è un’altra: quei sottili mattoncini pongono le basi per insegnare il calcolo a mente. Ogni bambino nasce con un’intelligenza numerica, perché si sviluppi, però, è necessario allenarla: secondo alcuni studi i più piccoli conoscono le quantità già nel primo anno di vita.