Proponiamo una panoramica dei Bonus donne, incentivi volti a sostenere le mamme lavoratrici e le famiglie italiane.
Lavoro e famiglia, una questione molto delicata in Italia e che spesso sembra non avere la giusta attenzione. Si vuole aumentare la natalità ma ci sono aiuti per i genitori e soprattutto per le mamme che desiderano lavorare?
In Italia servono due stipendi in famiglia per vivere dignitosamente. Pochi nuclei familiari possono vantare di poter pagare bollette, mutuo, spese generali con una sola entrata mensile considerando i bassi importi medi delle retribuzioni. Per poter far fronte a tutte le necessità e dedicarsi allo svago e alle passioni serve nella maggior parte dei casi che sia mamma che papà lavorino. Ciò significa un impegno doppio per la donna solitamente chiamata a fare sia il lavoro in casa che altrove.
Fortunatamente i tempi sono cambiati rispetto a pochi decenni fa e il ruolo del padre in famiglia sta cambiando tanto da aver quasi fatto capire che la genitorialità si deve dividere in due e non pende solo da una parte. Dove anche la mamma lavora serve un’organizzazione diversa in casa ma servono anche aiuti per favorire l’occupazione femminile in un mondo dove il maschilismo è ancora fortemente radicato.
Lavorare significa realizzarsi e non solo portare a casa uno stipendio. Le donne hanno pari diritti degli uomini nel cercare l’indipendenza economica e nel trovare un’occupazione gratificante. Il sogno di una carriera e quello di una famiglia dovrebbero poter incontrarsi con facilità ma sappiamo che in Italia è difficile per tanti motivi. Non c’è supporto per le mamme lavoratrici come in altri Paesi dove ogni azienda ha un asilo nido nell’edificio in cui si svolge l’attività.
Vogliamo mettere, poi, il pensiero retrogrado di molti datori di lavoro che quando sentono che la domanda di occupazione viene da una mamma escludono subito la candidata. Purtroppo ancora accade, è innegabile. Il Governo interviene proprio per favorire l’occupazione femminile. Dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 è prevista l’esenzione totale dai contributi dovuti dal datore di lavoro privato per ogni assunzione a tempo indeterminato. Parliamo di massimo 650 euro al mese per due anni.
Condizione necessaria è che la donna assunta risultasse disoccupata da almeno 24 mesi senza impiego retribuito con regolarità oppure impiegata in un settore con alto tasso di disparità occupazionale. Sono esclusi dall’agevolazione i premi e i contributi INAIL e lo sgravio non è cumulabile con altri aiuti tranne per la maxi deduzione (maggiorazione del 30% del costo del lavoro deducibile dal reddito d’impresa).
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