In Italia, ci sono dei nomi che, per legge, non possono assolutamente essere dati ai bambini. Ecco di quali si tratta.
Negli ultimi anni, tantissimi genitori hanno deciso di dare ai loro bimbi un nome originale e poco utilizzato. In passato, era usanza comune optare per i nomi dei nonni. Al giorno d’oggi, invece, le cose sono completamente cambiate. È normale che, nel corso del tempo, le abitudini subiscano delle modifiche. A volte, tuttavia, si rischia di superare il limite.
Per questo motivo, in Italia, l’argomento è regolamentato da norme ben precise. Ci sono dei nomi che sono vietati. L’anagrafe, al momento della registrazione, avrà la possibilità di rifiutarlo. I genitori, a questo punto, potranno cambiare idea e scegliere un’alternativa diversa. In caso contrario, si ricorrerà all’intervento del Giudice Civile.
L’anagrafe può dire di no: ecco i nomi vietati in Italia
Quando una coppia scopre di aspettare un bambino, inizia subito a concentrarsi sul possibile nome da dare al nascituro. Si tratta di una fase importantissima che pone le prime basi dell’identità del piccolo. Tutti hanno le loro preferenze. C’è chi opta per un nome classico e chi, al contrario, preferisce orientarsi verso opzioni più originali. A volte, si viene attratti dal significato oppure, semplicemente, dal suono.
In Italia, la maggior parte dei genitori non incontra ostacoli. In alcuni casi specifici, però, possono sorgere dei problemi. È stato l’avvocato Alessandro Simeone, specializzato in Diritto di famiglia e dei minori e Diritti della persona, a fare luce sull’argomento.
Ecco quali sono i nomi che non si possono dare:
- Nomi appartenenti a personaggi storici: i nomi interi sono vietati. Questo vale soprattutto per Adolf Hitler, Benito Mussolini e Vissarionovich Stalin
- Nomi ridicoli o offensivi: certi nomi potrebbero mettere in imbarazzo i bambini perché lesivi nei confronti della loro dignità
- Nomi scritti in un alfabeto diverso: i nomi stranieri sono ammessi. L’importante è che siano scritti usando l’alfabeto italiano. Bambini nati in Italia, per esempio, non possono avere un nome scritto in lingua cinese o giapponese
- Nomi appartenenti ai genitori o ai fratelli viventi: si creerebbe una certa confusione, sia in famiglia che per questioni burocratiche. Inoltre, verrebbe messo a rischio anche il senso di identità del bambino
- Nomi che non rispettano il genere di appartenenza: è il Dpr 396/2000 a stabilirlo. Non è possibile dare un nome opposto al genere di nascita. Ci sono alcune eccezioni come nel caso di Andrea, valido sia per il maschile che per il femminile, o di nome composti (Gian Maria)