Le mamme lavoratrici possono richiedere un Bonus pensione molto vantaggioso. Tante non lo sanno e perdono un’opportunità.
Essere mamma e svolgere un’attività lavorativa non è semplice. Gli impegni sono doppi e rimane ben poco tempo da dedicare a sé stesse. Lo Stato riconosce questo arduo compito e permette di approfittare di uno “sconto pensione”.
Conciliare il lavoro con l’essere mamma richiede un’organizzazione perfetta della propria giornata. Bisogna occuparsi del benessere del bambino o dei bambini mentre si ha un impegno lavorativo pressante. Le donne hanno questa capacità multitasking e sanno destreggiare in più ambiti contemporaneamente. E se non l’avessero innata dovrebbero acquisirla nel tempo o la vita sarà troppo confusionaria e stressante.
Sicuramente la mamma lavoratrice dovrà scendere a dei compromessi per conciliare la cura dei figli con l’attività lavorativa. L’aiuto dei papà in questo caso è fondamentale. La genitorialità deve essere condivisa, non si dovrebbe aver bisogno di puntualizzarlo ma purtroppo in molti casi è ancora necessario sottolinearlo. I figli si fanno in due e sono responsabilità di entrambi i genitori. Nella maggior parte dei casi, però, l’impegno più gravoso riguarda le mamme specialmente se lavorano part time oppure in smartworking. A loro è dedicato un Bonus pensione specifico.
Il momento del pensionamento può apparire troppo lontano per una mamma che lavora. Attendere i 67 anni sembra un traguardo eccessivamente distante quando si è impegnati eccessivamente sia nella vita privata che lavorativa. Naturalmente questo impegno a tempo pieno è particolarmente stancante quando i figli sono molto piccoli oppure adolescenti. Una volta cresciuti dovrebbero poter vivere la propria vita in autonomia e richiedere meno attenzioni. Proprio a questo punto si avverte il bisogno di riposo, di togliere la sveglia e ridurre impegni e responsabilità.
Le mamme lavoratrici possono farlo in anticipo approfittando degli sconti contributivi previsti da alcuni scivoli. L’APE Sociale (dedicata a caregiver, invalidi al 74%, disoccupati e addetti alle mansioni gravose) prevede uno sconto di un anno per ogni figlio avuto fino ad un massimo di due anni. Bastano, dunque, 29 o 28 anni di contributi maturati al compimento dei 63 anni e cinque mesi di età (35 o 34 anni se lavoratrici gravose).
Poi c’è la Legge Dini che toglie 4 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di dodici mesi per accedere alla pensione di vecchiaia a condizione che la mamma rientri nel sistema contributivo. Infine citiamo Opzione Donna (con sconto anagrafico, non contributivo) che permette di lasciare il lavoro a 60 anni se si ha un figlio e 59 anni con due o più figli con 35 anni di contributi.
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