In gravidanza ci sono alcune patologie alle quali bisogna prestare molta attenzione. Una è la rosolia: di cosa si tratta e cosa si rischia.
La gravidanza fisiologica, cioè quella che procede senza complicazioni o situazioni particolari, è normata dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità. L’undicesimo meeting della Commissione di verifica regionale dell’Oms per l’eliminazione di rosolia e morbillo in Europa si è tenuto a novembre 2022: in questa occasione, è stato dichiarato che in Italia la rosolia non è più una malattia a trasmissione endemica, cioè non sono stati diagnosticati nuovi casi a partire dal 2019.
Insieme alla poliomielite e al vaiolo, la rosolia è la terza malattia che nel nostro paese viene eradicata grazie a una diffusa copertura vaccinale: i vaccini, a tal proposito, è importante continuare a farli sull’intera popolazione, soprattutto finché queste patologie sono endemiche in alcune zone del mondo. Sebbene ad oggi l’ISS non raccomandi più l’esecuzione del test di screening per la rosolia in gravidanza, chi non fosse già vaccinato viene consigliato di sottoporcisi nell’immediato post parto. Ecco infatti cosa si rischia.
La rosolia ha un periodo di incubazione che va dai 12 ai 23 giorni. I sintomi sono vari: i più comuni sono un esantema cutaneo, cioè piccole macchie rosse o rosa che compaiono prima sul viso e poi su tutto il corpo e un ingrossamento dei linfonodi, soprattutto dietro alle orecchie, al collo e alla base della testa. Possono però palesarsi anche la febbre, i dolori articolari, la congiuntivite e un malessere generale. In caso di rosolia in gravidanza, che si può prendere per via aerea quindi entrando in contatto con particelle respiratorie rilasciate da una persona contagiata, la situazione è delicata poiché la rosolia può passare al bambino mediante la placenta e questo può determinare non pochi problemi.
Nel caso di contagio in gravidanza, la terapia non è specifica ma si basa su antipiretici ed antidolorifici compatibili con la gestazione: gli antibiotici vengono somministrati se e solo se è presente un’infezione batterica sovrapposta. Se la rosolia passa al feto, si rischia un aborto spontaneo, la morte intrauterina e gravi malformazioni fetali: prima la mamma si contagia, più gravi possono essere le conseguenze.
Se il contagio avviene prima delle 18settimane, infatti, il feto è ad alto rischio di infezione e, in questo caso, il personale sanitario può addirittura suggerire la strada dell’interruzione della gestazione. Dopo la 18esima settimana, il rischio di difetti alla nascita si riduce.
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