Oltre ad un ipotetico valore economico, alcuni buoni fruttiferi postali possono essere veri e propri pezzi ambiti di collezionismo.
Se rovistando tra scatole e bauli impolverati ti è capitato di imbatterti in un vecchio buono fruttifero postale apparentemente preistorico, beh, è giusto che tu sappia che potresti avere tra le mani una piccola fortuna senza nemmeno saperlo. Quei pezzi di carta, che a prima vista potrebbero sembrare solo un ricordo del passato, possono avere un valore che va ben oltre il loro importo nominale, soprattutto se considerati dal punto di vista collezionistico.
Ma quanto valgono ad oggi i buoni fruttiferi postali? La risposta è più complessa di quanto si possa immaginare. Iniziamo col dire che il valore di questi buoni può variare molto, e dipende da diversi fattori: l’anno di emissione, lo stato di conservazione e, ovviamente, la loro rarità. Oltre a questo, vi è un mondo decisamente più complesso dietro a questo metodo di risparmio, che per capirne il reale valore, merita di essere affrontato.
La prima cosa da fare quando si trova un buono postale datato è sicuramente quella di assicurarsi che questo sia ancora valido o meno. Ad esempio, alcuni buoni del 1941 hanno raggiunto cifre impressionanti: un caso emblematico è quello di una signora che, dopo il terremoto di Amatrice, ha ritrovato nella sua casa quattro buoni da 1.000 lire ciascuno. Valore attuale stimato? Circa 90 mila euro.
Quindi, prima cosa da fare è sicuramente un controllo, che non si limita alla sola scadenza, bensì ad altri fattori ‘tecnici’ durante l’emissione. Tuttavia, nel caso in cui tale buono fosse scaduto e non riscuotibile presso le Poste Italiane, è bene non buttarlo comunque via. I collezionisti, infatti, sono spesso interessati a questi titoli per il loro valore storico e la loro rarità.
Buoni ben conservati o emessi in periodi particolari possono infatti valere molto di più del loro importo originario. I pezzi più rari e in ottime condizioni sono i più ambiti, quindi, in primo luogo, controlla bene lo stato del buono: niente pieghe, scritte o macchie, se possibile.
Per avere un’idea precisa del valore, il passo successivo è rivolgersi a un esperto in materia o a un collezionista. In alternativa, ci sono anche siti web specializzati e aste online dove potresti confrontare il tuo buono con altri simili e avere una stima approssimativa. Ovviamente è bene precisare che non tutti i buoni vecchi valgono una fortuna, ma anche solo per curiosità, vale la pena dare un’occhiata.
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