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Gravidanza

Valigia per mamma e neonato, cosa mettere dentro? Ecco tutto il necessario da portare in ospedale

Published by
Daniela Guglielmi

Parto, che emozione, ma cosa mettere in valigia? Ecco la lista completa di tutto il necessario per mamma e neonato.

Il momento del parto è spesso paragonato ad un viaggio, dove il ritorno porta con sè un nuovo arrivato. E come ogni viaggio che si rispetti, anche la valigia gioca il suo ruolo rilevante. Tra mix di emozioni e dubbi, è bene sapere cosa è necessario mettere in valigia, ciò che potrebbe tornare utile e, perché no, qualche indicazione extra che non sempre viene data dall’ospedale.

Parto: cosa mettere nella borsa dell’ospedale – mamme.com

Partiamo dal presupposto che, per prassi, tutti gli ospedali forniscono alla gestante una lista di ciò che deve portare per la permanenza, tenendo conto di ciò che fornisce la stessa struttura sia alla neo-mamma che al bambino. In media viene consigliato di preparare la valigia già dal settimo mese, ma se non vi sono particolari condizioni, anche l’ottavo può andare bene.

Nonostante questo, alcune cose possono essere anche troppo standardizzate, tanto che la gestante potrebbe trovarsi ‘mal preparata’ durante il periodo di permanenza. Come detto in precedenza, gli ospedali sono abbastanza attrezzati e forniscono le indicazioni standard, ma dare un occhiata a questa lista può tornare davvero utile, specialmente se si avvicina il grande giorno.

Cosa portare nella valigia per il parto

Partiamo subito con un consiglio: noi l’abbiamo chiamata valigia, ma sarebbe il caso di parlare di borsone. I trolley, infatti, sono sconsigliati poiché ingombranti e non sempre entrano nel piccolo armadietto fornito alla neo mamma. Oltre a questo, per quanto riguarda il neonato, è bene non basarsi sul clima, poiché le temperature dell’ospedale sono spesso alterate da aria condizionata o riscaldamento forti.

Cosa portare in ospedale per il parto: la lista con tutto l’occorrente – mamme.com

Il personale ospedaliero consiglia un abbigliamento ‘a cipolla’ per il neonato, con più strati facilmente removibili. In media servono due cambi al giorno, poiché i neonati rigurgitano spesso e le loro feci sono liquide. La taglia? Se il bimbo è piccolo o prematuro, scegliete la taglia 0 mesi; altrimenti 0/1 o 0/3 andrà benissimo. La permanenza ospedaliera varia da 3 a 4 giorni, ma può prolungarsi in caso di complicazioni. Un ospedale di Milano consiglia:

  • 3 tutine a maniche lunghe
  • 3 tutine a maniche corte
  • 6 body di cotone a mezza manica
  • 6 paia di calzini di cotone
  • Una copertina
  • 2 cappelli per lo “skin-to-skin” (i primi contatti tra mamma e neonato, quando il bambino ha la testa scoperta).

In media, mamma e neonato vengono trattenuti 3/4 giorni, ma è bene sapere che in caso di complicazioni il tempo si può prolungare fino ad una settimana: in quel caso sarà necessario farsi portare altri indumenti puliti e lavare quelli sporchi. Gli ospedali in genere sconsigliano di portare ciuccio o biberon per favorire l’allattamento; in caso di necessità, forniranno loro stessi quanto necessario, inclusi i pannolini e i prodotti per l’igiene del neonato.

Anche per la madre dovrebbero offrire prodotti per l’igiene, ma è bene informarsi con l’ospedale. In ogni caso, in valigia non devono mancare assorbenti post parto o mutande usa e getta, comode sia per parto cesareo che naturale, poiché si perderà molto sangue in questo periodo.

Infine, ricordate il beauty case con spazzolino, spazzola, burro di cacao, elastici per capelli, caricabatterie e cuffiette per la musica, utili durante il travaglio. Indispensabili anche vestaglie comode per l’allattamento, con apertura facile.

Daniela Guglielmi

Potrei dire di essermela cercata, ma la verità è che la scrittura ha trovato me. Classe '94, scrittrice per caso e oggi redattrice a tempo pieno. La mia avventura con la scrittura è iniziata per gioco, quando qualche anno fa ho mollato tutto per ritrovare me stessa. Da allora collaboro con diverse riviste e blog, trasformando un semplice passatempo in una carriera a tempo pieno. Non amo la superficialità: mi nutro di approfondimenti e cerco sempre di andare oltre l'apparenza delle cose.

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