Fate attenzione alle modalità preferite dal datore di lavoro per il congedo parentale. Ci sono aspetti di cui tenere conto: ecco come regolarsi.
Con il congedo parentale, i genitori hanno diritto ad astenersi dal lavoro per poter curare e assistere i propri figli fino al compimento del dodicesimo anno di età. Si tratta di un sistema che ha ricevuto diverse modifiche nel corso degli anni, e oggi offre diverse modalità di fruizione.
Alcune delle quali non sono pienamente riconosciute dai cittadini residenti in Italia. E può capitare che il datore di lavoro decida di approfittare di questa situazione, andando così a proporre modalità preferite per assicurarsi che possiate assentarvi per il più breve tempo possibile. Ecco tutto quello che dovete sapere a tal proposito, così da regolarvi meglio in base alle vostre esigenze e poter agire rispettando la legge e potendo garantire il massimo dell’assistenza ai vostri figli.
Con il congedo parentale, ci sono diversi dubbi che da anni attanagliano i lavoratori. Ci sono alcune modalità in particolare che non vengono approfondite e che soprattutto non vengono proposte dai datori di lavoro. Che puntano a versioni con 6 mesi di congedo di cui usufruire subito, così da poter poi riavere a pieno regime il lavoratore.
In realtà, procedere in questa maniera è sbagliato e non conveniente. Dovete sapere che c’è la possibilità infatti di richiedere il congedo parentale a giorni o ad ore. Semplicemente andando nella pagina dedicata dell’Inps. Per periodi brevi di qualche giorno, anche solo 24 ore di preavviso possono bastare. Per quelli più lunghi di qualche settimana, invece, è necessario avvisare almeno 10 giorni prima.
Vi ricordiamo che è possibile godere di questo incentivo fino al sesto anno di età del bimbo con retribuzione, mentre dai 6 ai 12 non è previsto alcun indennizzo ma solo la possibilità di restare a casa senza dover toccare i giorni di ferie. E il periodo totale può arrivare a 9 mesi: 3 mesi per la madre, 3 mesi per il padre e ulteriori 3 mesi per l’uno o per l’altro.
In generale, è sempre meglio affidarsi ad un periodo di congedo parentale spalmato su più tempo. Senza “bruciarlo” tutto nei primi mesi di vita di vostro figlio, così che possiate avere tutto il tempo necessario per fornire il massimo dell’assistenza quando necessario.
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